Perché denunciare la tartaruga di terra al corpo forestale dello stato?

E’ un atto di giustizia non solo nei confronti delle leggi ma anche in quello dell’animale stesso. Se hai acquistato la tua tartaruga da terra sicuramente sarai in possesso del documento che ne attesta la provenienza.
Dal 2000 esistono leggi che regolano la vendita della tartaruga da terra.

Per tutti gli esemplari c’è l’obbligo di dichiararne il possesso entro e non oltre 10 giorni.

Lo stesso arco temporale è valido anche per la regolarizzazione dei passaggi di proprietà e nuove nascite.

Nel caso in cui la guardia forestale trovasse degli esemplari detenuti senza le giuste documentazioni è previsto il sequestro degli animali. Chi li ha in custodia rischia una denuncia penale per detenzione di specie protetta.

Evitare tutti questi problemi e soprattutto per non farsi sequestrare i propri animali è molto semplice. Bisogna registrare tutti gli esemplari e regolarizzarsi al corpo forestale dello stato. Oltre alla denuncia è necessario offrire alla tartaruga un habitat idoneo, altrimenti si possono ricevere delle sanzioni e il sequestro degli esemplari di testuggine.

Cosa fare per regolarizzare una tartaruga da terra

Caratteristica imprescindibile per poter regolarizzare al corpo forestale dello stato una tartaruga è quella di possedere il certificato di provenienza. Vediamo però due casi possibili e le relative soluzioni.

Se si tratta di una tartaruga da terra acquistata in un negozio o da un allevatore, che ti hanno consegnato un regolare certificato di proprietà allora il percorso è davvero molto semplice. Basta recarsi all’ufficio preposto dal corpo forestale dello stato, che vi consegnerà un modulo da compilare.

Se invece si tratta di nascita di nuovi esemplari allora i documenti sono alcuni di più ed è bene farsi aiutare sia per la gestione che per la regolamentazione da un esperto del settore.
Il corpo forestale dello stato registra i nuovi esemplari e il legale rappresentante è tenuto a dichiarare se li terrà per sé o se deciderà di venderli. Naturalmente oltre alla registrazione in questi casi è importante anche far redarre il documento dove viene descritta la provenienza e soprattutto che queste tartarughe fanno parte di specie che possono essere commerciate in quanto non sono a rischio estinzione.

Se non si possiede il certificato di provenienza della tartaruga il problema diventa più difficile da gestire. Ci si deve recare al corpo forestale dello stato e richiedere un certificato per animali nati in cattività, questo però è valido solamente per dieci giorni dal ritrovamento o dalla nascita e purtroppo non è garantito che il certificato venga rilasciato. In caso negativo l’animale viene trattenuto dal personale dell’ufficio che deciderà a quale struttura affidare la tartaruga di terra.

Anche il decesso dell’animale, va comunicato entro dieci giorni dall’evento, sempre se l’animale era stato registrato.

Il Cites, di cosa si tratta?

La legge 150/92 ha reso L’obbligo di denunciare il possesso di tutti gli esemplari di Testudo Hermanni  agli uffici del Corpo forestale dello Stato-Servizio CITES è entrato in vigore grazie alla legge 150/92. Il termine ultimo per la denuncia era il 31 dicembre 1995.

Il nome CITES deriva dal trattato sul commercio internazionale della specie in pericolo di fauna e flora selvatiche stipulato nel 1975 da 152 stati. A causa dell’accrescersi del traffico internazionale di specie selvatiche, che ha generato anche un ingente traffico di denaro, è stato necessario correre ai ripari. Esso è composto da un numero che indica il Paese di emissione del documento, la città, l’anno e un numero progressivo. E’ inoltre presente la descrizione dell’animale, compreso il sesso se identificabile, la data di nascita e il paese di origine. Il documento indica se la tartaruga ha il microchip o se invece è identificata da una scheda fotografica. In caso di identificazione tramite foto, questa dev’essere aggiornata annualmente, fino all’inserimento del microchip.

Esso riguarda principalmente il traffico di animali in via di estinzione, ma anche il traffico di animali che, sebbene non risultino allo stato attuale in pericolo di estinzione, lo potrebbero diventare se il loro commercio non fosse regolamentato e perciò tracciato. A questo secondo caso di tutela appartengono le specie Testudo Graeca, Testudo Hermanni e Testudo Marginata.

Il microchip per tartarughe di terra

Dal 2008 nei paesi europei esiste anche la possibilità di inserire un microchip che contiene un codice di lettere e numeri e dev’essere inserito sotto la pelle dell’animale. La tartaruga deve avere almeno 4 anni e diventa obbligatorio dal quinto anno di età. La tartaruga deve superare i 10 centimetri di grandezza per poter procedere con l’inserimento del microchip.

Se nella tua città non esiste un ufficio del corpo forestale dello stato allora devi controllare quale sia l’ufficio preposto a questo tipo di registrazioni.
Per ricevere ulteriori delucidazioni, prima di iniziare il percorso per l’adozione di una tartaruga, rivolgiti al tuo veterinario di fiducia. Questa figura professionale, oltre che di occuparsi della cura di questi piccoli amici animali, può aiutare sia per il processo di inserimento del chip nella tartaruga che di tutto l’iter burocratico.

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